Descrizione
“Cavallini, uomo provato dalle esperienze civili dell’epoca ma intatto nella sincerità e nella fede, traduce i suoi amori fondamentali, la felicità naturale, i suoi desideri di un universale umano più onnicomprensivo e più alto”. Così scriveva Mario Luzi, su una pagina di presentazione alla raccolta di poesie di Sauro Cavallini, delineando sinteticamente il lato più intimo dello scultore ed evidenziando quei valori in cui credeva fermamente e che sempre riversò nella sua arte: amore, pace, fede incondizionata, ma anche dolore e sofferenza, fiducia e speranza sapientemente tradotti nel bronzo e combinati in composizioni fluide e armoniose che la luce esalta con infinite vibrazioni chiaroscurali. Fin dalle prime opere, eseguite tra la metà degli anni cinquanta e gli inizi dei sessanta Cavallini affronta tali tematiche sperimentandole nei materiali più vari: pietra, ceramica, terracotta, legno, metallo. È, tuttavia, nelle sculture in ferro realizzate con la tecnica detta ‘goccia su goccia’ che riesce a esprimere la sua poetica più intensa